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"Trilussa"

Trilussa

Storia di una donna senza storia

Il 10 e l’11 marzo verrà trasmesso “Trilussa” un film in due parti che andrà in onda su rai Uno. Michele Placido interpreta Trilussa e a me hanno chiesto di interpretare Rosa Tomei. Ho cercato di capire chi fosse questa donna che come è raccontato nel film e anche da alcune  testimonianze è vissuta in casa con lui  e con lui ha avuto un rapporto fortissimo ma sconosciuto a tutti. .Per 40 anni una presenza fissa e costante nella vita di Trilussa. Cameriera? Badante? Compagna? Nessuno ne sà nulla e di lei esistono un paio di immagini e basta. Una la ritrae mentre viene sfrattata da casa Trilussa alla morte del Poeta.. Brutta e analfabeta questa donna era un mistero.Un giorno abbiamo fatto un collegamento con La Vita in diretta su Rai Uno per annunciare la lavorazione e io ho raccontato di questa donna di cui  nessuno sa nulla. Mi arriva qualche giorno  dopo una mail di un ragazzo che mi racconta che sua zia ha assistito Rosa Tomei sola e indigente in ospedale e che lei stessa le confesso'  di avere imparato a leggere e scrivere con Trilussa e che aveva scritto delle poesie ( io stavo ancora girando e ho inserito una scena in un cui in una cassetta chiusa lei conserva con scrittura infantile delle poesie  di" Rosa Tomei").. Entro in contatto con la signora Schettini che mi rivela di avere ricevuto da Rosa Tomei 33 poesie e me ne manda due ... belle .. davvero.. e svelano anche molto di lei. C’è una voce che  ci sta parlando , cerca di farsi  sentire dopo non essere riuscita a farsi sentire in vita. Io cercherò in tutti i modi di dare voce a questa” donna senza storia.” cercando un editore per le sue poesie.

Trilussa

POESIE

L'ASPETTATIVA

Nessuno saprà mai
come dentro la testa t'ho creato;
de che colore, io, t'ho fatto l'occhi,
er nome che t'ho dato
fijo che nun sei nato.

Ho inteso il tono de la voce tua
la prima vorta quanno m'hai chiamato,
er foco de la bocca
la prima vorta quanno m'hai baciato.

T'ho raccontate mille e mille favole
piene de fantasia;
t'ho fatto volé bene a tante cose:
a l'omini, a li fiori, a la poesia
e a tutto quanto quello ch'ho sognato
e nun ho mai trovato.

Nun sei che un'ombra,
ma però te chiedo
de rimanemme vivo ner cervello;
perché de te nun posso fanne a meno.

Io te partorirò, fijo mio bello,
in un mondo più libbero e sereno.

LA FATTURA

Io porto ne le mano un tamburello,
e nun lo sono mai;
io porto ne le gambe un sartarello,
però nun ballo mai.

Me so' comprata un ber broccato rosso:
ciò fatto un vestitino scampanato;
'na fattucchiera ha detto:
"- Chi te lo vede addosso
deve pe' forza rimané stregato".

Da tanto che me giri pe' la mente,
ma nun me dà pensiero:
ancora nun so' certa veramente
se vojo quell'impero.

Ma er giorno che decido de fermatte
me metto addosso er vestitino rosso
e ballo er sartarello
sonanno er tamburello a più non posso.
Indove scappi, amico, pe' le fratte?

Pe' te è finita: scatta la tajola;
a furia de girà te rimbambisco
e finarmente guarderai me sola.